Filosofia

La prima impressione accostandomi all'ambiente dei matrimoni fu quella di entrare in un mondo che sapeva di naftalina: più che ritratti di sposi si aveva l'impressione di sfogliare cataloghi di abiti indossati da manichini, sposi fintamente spiritosi che trovavano il tempo di spingere fantomatiche auto in panne, correre su improbabili monopattini per non parlare di spose che nei frenetici attimi che precedevano l'uscita di casa trovavano il tempo e la voglia di spalmarsi sul letto fatali e sensuali come tante Jessica Rabbit…quando non distese sul cofano di pompose auto d'epoca.. Sposi mantenuti in posizioni tantriche, immobili per lunghi minuti congelati nel gesto di un bacio, addossati ad un albero od ad un muro… orribile! Il tutto condito da un codazzo di assistenti flashisti che in pieno sole circondavano indaffarati le povere vittime. Si faceva scempio di attimi unici ed irripetibili come quello di una sposa che sta per entrare in chiesa o come il viso di uno sposo quando vede la sposa venirgli incontro, il tutto ridotto ad un "guardami, fermati, fai un sorriso!"

La sfida ieri come oggi fu quella di rifiutare questo stereotipo di matrimonio finto, e cercare piuttosto di tradurre la giornata del matrimonio in racconto ed il racconto a sua volta scomporlo in un caleidoscopio di emozioni, filtrate esclusivamente dall'occhio della propria sensibilità. Emozioni forti o delicate che siano, occhi colmi di lacrime di gioia o di sorrisi…

La cultura dell'essere contro l'apologia dell' apparire ad ogni costo.

Bruno Polia

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Fotografia di Bruno Polia